Descrizione
Tracce lasciate dalla fauna locale, tipica della zona collinare Romagnola, di cui si rilevano le impronte del capriolo, dell’istrice, del tasso, del cinghiale, e tra i piccoli mammiferi della talpa, dell'arvicola, del topo selvatico, del moscardino e l'interessante presenza del toporagno appenninico; come fra le fronde delle alberature e della vegetazione minore si possono osservare i rifugi dell'allodola, dello storno, della quaglia, del cuculo, del fagiano, del merlo, dell'usignolo, della capinera dello scricciolo, mentre fra i rapaci si nota la presenza dell’ albanella reale, del gheppio, del lodolaio, della poiana, oltre alla presenza dei notturni barbagianni, allocco e civetta.
Interessante la presenza all’interno degli anfratti di alcune famiglie di chirotteri rappresentati.
Tracce lasciate dal susseguirsi delle ere geologiche, in questa terra un tempo sommersa dal mare e poi emersa con i moti orogenetici nel corso dei millenni, sottolineati dalle stratigrafie delle arenarie calcarinitiche dell'intorno, in cui possiamo leggere il succedersi delle correnti di mare profondo, e ritrovare fossili di organismi che vissero qui milioni di anni fa prima di noi e che hanno contribuito a formare la terra su cui ora formiamo i nostri passi.
Oltre a queste vi sono tracce di culto, in particolare legate al culto mariano che possiamo ritrovare all'interno delle cellette votive o sulle pareti di vecchi ruderi. La devozione della Vergine Maria crebbe in questo territorio in virtù dei miracoli e delle apparizioni attribuitele; sono molte infatti le chiese dedicate alla Madonna in tutta la valle del Conca, da sempre attraversata dai pellegrini in cammino per Loreto. A Montegridolfo in località Trebbio, sorge un Santuario mariano intitolato alla Beata Vergine delle Grazie, le cui origini si legano all’apparizione della Madonna a due contadini risalenti all'estate del 1548.